Tuesday, July 29, 2025
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F1, GP del Qatar: Norris rovina la festa alla McLaren



In questa pazza e straordinaria stagione di Formula Uno, c’è solo una costante che sembra non venir mai disattesa: quando la gara si fa complicata, gli imprevisti sono dietro l’angolo e tutti i piloti commettono errori di varie entità, solo uno veleggia verso la vittoria senza aver sbagliato nulla. Inutile dire che si sta parlando del fresco campione del mondo Max Verstappen (vedi anche la nostra rubrica Diamo i numeri) che, dopo una Sprint Race insolitamente anonima e conclusa soltanto all’ottavo posto, ha deciso di ricordare a tutti di non aver vinto quattro titoli iridati di fila per caso bruciando alla partenza Russell (riprendendosi la pole giustamente tolta il giorno prima per via di un impeding sul britannico stesso) e mantenendo un ritmo gara impossibile per quasi tutti gli altri piloti, anche in virtù di una Red Bull rivoluzionata e decisamente migliorata nell’assetto grazie ai dati raccolti sacrificando la Sprint di Perez (povero Checo, ma d’altronde è anche colpa sua se si trova nella condizione di essere sfruttato come test driver).
L’unico pilota che ha provato a dar fastidio al tetracampione è stato Lando Norris, rimanendo costantemente a 1,5-2 secondi dall’olandese e soprattutto tentando di attaccarlo in ognuna delle tre ripartenze dopo la Safety Car, senza tuttavia riuscire a impensierire davvero l’alfiere della Red Bull. Fosse finita così, la gara del pilota inglese sarebbe stata ampiamente positiva poiché, nonostante il secondo posto in un Gran Premio che la McLaren teoricamente avrebbe dovuto vincere in scioltezza, avrebbe comunque incamerato un bottino di punti sufficiente per permettere alla McLaren di vincere il Mondiale Costruttori ad Abu Dhabi senza patemi.


Vista di falco e svista di Lando


E invece così non è stato a causa di un errore tanto assurdo quanto marchiano dello stesso Norris, ancor più grave se si considera che il pilota inglese è in pratica un veterano della Formula Uno. Ma andiamo con ordine. Attorno al giro 30, ad Alex Albon si stacca uno specchietto dalla sua vettura (non c’è pace in casa Williams) proprio sul lungo rettilineo del traguardo. I Commissari sostanzialmente decidono di non decidere ed espongono doppia bandiera gialla per tre giri, togliendola alla trentatreesima tornata senza alcun apparente motivo visto che il detrito era ancora in pista.
Subito dopo Bottas, per favorire il doppiaggio di Piastri e Leclerc, esce dalla traiettoria e centra in pieno lo specchietto, frantumandolo in mille pezzi. I frammenti sparpagliati sul rettilineo dall’impatto forano i pneumatici di Hamilton e Sainz, costringendo i Commissari a far entrare in pista la Safety Car per la seconda volta. Mentre la pista viene (finalmente) ripulita, Verstappen si apre in radio per segnalare che Norris non aveva rallentato in precedenza durante il regime di bandiere gialle, avendo il pilota olandese notato dai suoi specchietti come l’alfiere della scuderia papaya avesse improvvisamente guadagnato terreno.
Controllato dai dati a propria disposizione che effettivamente Norris aveva totalmente ignorato le bandiere gialle, al giro 44 i Commissari puniscono l’errore madornale del britannico in maniera severissima: stop&go di 10 secondi. Una penalità di per sé durissima (stiamo parlando di circa 35-40 secondi persi) e resa ancora più devastante dal fatto che il gruppo era appena stato ricompattato dal terzo ingresso della Safety Car, pertanto Norris si è ritrovato ultimo a quasi 16 secondi dal penultimo una volta uscito dalla corsia box. Alla fine, Lando è comunque riuscito a rimontare in decima posizione e a siglare il giro veloce, ma la frittata era già stata fatta. Si può discutere sulla severità della penalità (i precedenti danno però ragione ai Commissari, come dimostrano i casi di Raikkonen nel GP del Belgio del 2017 o di Latifi nel GP d’Austria 2021) tanto quanto sulla non ottimale gestione di gara di commissari (la FIA ha spiegato che la VSC non sarebbe stata la soluzione ideale per consentire la rimozione dello specchietto perché le macchine erano sparse per il circuito, ma i dubbi permangono; senza poi contare che la Federazione stessa non ha rivelato il motivo per cui le bandiere gialle siano misteriosamente sparite sebbene lo specchietto fosse ancora sulla pista), ma quel che è certo è che la gara di Norris è stata rovinata solo e soltanto da Norris.
Una distrazione di questa portata e gravità non è ammissibile da un pilota che è alla fine della sua sesta stagione in F1, men che meno se è la prima guida di una scuderia che è in piena lotta per il Mondiale Costruttori. Le speranze della McLaren di vincere il mondiale sono tutt’altro che svanite (i 21 punti sulla Ferrari non sono un distacco né cospicuo né rassicurante ma consentono comunque alla scuderia di Woking di arrivare ad Abu Dhabi in una posizione di vantaggio sui rivali) ma se la sua prima guida non si riprende nel finale con un sussulto di orgoglio e amor proprio, allora il rischio di buttare al vento l’occasione più concreta di vincere un titolo che manca dal 1998 diventa assai fondato.


Bene ma non benissimo


Dall’altro lato della barricata, la Ferrari può sorridere (quasi) a trentadue denti per un risultato insperato alla vigilia dell’appuntamento qatariota. Dopo un sabato non molto esaltante sia nella Sprint sia in qualifica, salvo un sorpasso bellissimo di Leclerc su Hamilton (prove di 2025?), la domenica è stata tutta un’altra musica. Già alla partenza Leclerc era riuscito a passare Piastri e issarsi in quarta posizione, venendo poi superato dal pilota australiano dopo la prima Safety Car. In una felice inversione di tendenza, la seconda Safety Car è stata un colpo di fortuna per il monegasco che ha potuto fermarsi ai box dimezzando il tempo della sosta e sopravanzando sia Russell sia Piastri. Grazie alla penalità di Norris e una strenua resistenza ai vani assalti di Piastri, Leclerc è riuscito a concludere il Gran Premio al secondo posto. Un’iniezione di fiducia e speranza in vista della gara decisiva in programma fra una settimana. L’unica nota stonata è stata la foratura di Carlos Sainz le cui conseguenze, per fortuna, sono state mitigate dal secondo ingresso della Safety Car. In ogni caso, la Ferrari esce dal doppio impegno in Qatar con tre punti guadagnati sui rivali papaya e col morale a mille in vista dell’ultimo appuntamento stagionale ad Abu Dhabi, sebbene il circuito emiratino non sia storicamente favorevole alla Rossa (nomina Petrov a un ferrarista e vedrai il suo sguardo perdersi nel vuoto). Ormai, però, fare previsioni è del tutto inutile e l’unico modo per capire chi trionferà fra Ferrari e McLaren è godersi l’ultimo, elettrizzante Gran Premio di questa indimenticabile stagione.

Foto: Formula 1

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